domenica 12 maggio 2013

In salute e in malattia...

Sono stati giorni duri...sono ancora giorni duri, sempre in attesa, sempre pronti a ricevere una brutta notizia....
Mio suocero, trascorsi sette anni da un aneurisma cerebrale che lo aveva costretto in sedia a rotelle con la parte destra del corpo immobilizzata, ha avuto un arresto cardiaco di ben sette minuti che lo ha fatto andare in coma. Sono passati quindici giorni e, lentamente, sembra essersi svegliato: gira gli occhi, la testa, stringe la mano...ma non sono qui tanto per parlare della vita e la morte, ma per scrivere alcune mie riflessioni su ciò che si promette davanti a Dio quando ci si sposa. Chi mai pensa, il giorno del suo matrimonio, che uno o l'altro sposo potrebbe dover accudire per anni e anni l'altra sua metà in tutti i suoi bisogni e in tutti i momenti?
Onestamente, quanti di voi l'ha messo in preventivo? Forse viene più naturale pensare alla vedovanza o alla naturale decadenza fisica nella vecchiaia, ma quanti si immaginano di dover morire a se stessi per dedicarsi giorno e notte ad una persona che non può più parlare, camminare, lavarsi da sola, che non può più soddisfare i nostri bisogni, non può più viaggiare con noi, fare una passeggiata in montagna, portarci a ballare...?

Guardando mia suocera ho aperto gli occhi e ho percepito la grandezza e la bellezza del matrimonio, proprio nella sua parte più dura, ma dalla quale scaturisce il vero nostro essere, il vero senso dell'Amore coniugale. Non l'amore che ci viene presentato in tv o in alcuni film, che ci illudono che amarsi significhi solo piacersi, desiderarsi, essere attraenti, sexy...e quando calano queste cose è ora di cambiare perchè è un nostro diritto essere felici! Dove eravamo mentre professavamo i voti davanti a Dio (ma vale anche davanti a qualsiasi autorità)? A cosa stavamo pensando? Al vestito, alla festa, al mutuo da pagare?
Ci è stato chiesto un impegno e noi abbiamo accettato, noi eravamo lì, sì o no? Qualcuno ci ha costretto? Nemmeno Dio con la sua potenza ci ha costretto! Solo due persone innamorate, innamorate dell'amore stesso, di quello che l'amore poteva dare, far provare, emozionare, stordire...finchè ce n'è...
Ma io ho visto finalmente l'amore autentico, quando una donna di sessant'anni vede crollare il suo sogno di viaggiare, costruire ricordi  con suo marito, appena entrata in pensione dopo una vita di sacrifici, quando si sente dire che probabilmente l'uomo della sua vita resterà un vegetale (poi grazie a Dio non è accaduto, e alcuni medici lo ritengono un miracolo), ma lei desidera solo che lui viva, senza pensare minimamente che forse, per non farlo soffrire, sarebbe meglio che morisse (poi la realtà ci ha fatto vedere che lui era ben felice di essere vivo, nonostante la sua situazione- chi siamo noi per decidere?).Ho visto una donna mettere il pannolone ad un uomo di un quintale, fargli la barba ogni mattina, mettergli la crema e il suo profumo migliore, dargli le sue medicine dentro lo yogurt perchè fossero più"dolci" da ingerire, spingerlo in giardino a guardare i suoi nipotini giocare, guardare con lui il suo solito noioso programma preferito, perchè lui la voleva lì...
Ed ora, dopo sette anni, come dice lei, regalati, ecco a rivivere gli stessi timori, le stesse ansie e speranze in una sala rianimazione, aspettando che si risvegli, seppur consapevole che sarà peggio di prima, che se torna a casa ci sarà più da fare, che quel poco di autosufficienza sarà probabilmente perduta, quel poco di libertà dovrà essere sacrificata...
Ho visto una donna amare il coniuge non solo come un marito, ma come un figlio. Ha sempre sperato e ancora spera che torni tra noi, come fa una madre, fino all'ultimo.
Ringrazio questo grande esempio che ho tutti i giorni davanti, ringrazio questa fantastica moglie che vive la sua missione fino in fondo, ringrazio di avere una suocera speciale e affettuosa e ringrazio la mamma di tutti, Maria, che le dà questa forza attraverso la preghiera.
E grazie a mio suocero, che con il suo calvario ha cambiato in meglio tutti noi...GRAZIE!